
Per arrivare alla stesura delle linee guida strategiche del PUC – Piano Urbanistico Comunale, il Comune di Battipaglia ha avviato un LABoratorio di GOVernance locale per sperimentare, a Battipaglia, governance collaborativa, collaborazione pubblica ed innovazione sociale. Un’urbanistica collaborativa, che mette attorno allo stesso tavolo di co-progettazione cittadini, istituzioni, imprese, società civile ed organizzata, scuole ed università per proporre un nuovo modo di Fare, Vivere e Crescere insieme la città.
Il risultato del laboratorio è quello di restituire al Comune di Battipaglia un patto di collaborazione territoriale o locale che darà vita ad un partenariato stabile tra pubblico, privato e civico/comunità. Il patto, validato tecnicamente e condiviso dagli gli attori del territorio, instaurerà un nuovo paradigma di sviluppo locale orientato alla cura e alla rigenerazione dei beni comuni, in primis urbani, ambientali e cognitivi, di Battipaglia.
L’approccio, per affrontare una co-pianificazione urbanistica, deriva dalla fusione e contaminazione di due metodi di lavoro portati avanti da LabGov e dal Gruppo G124.

LabGov, Laboratorio per la Governance dei beni comuni, è un format didattico innovativo nato all’interno della LUISS “Guido Carli”, che sperimenta la co-gestione dei beni comuni attraverso processi inclusivi e partecipativi di co-progettazione che coinvolgono le cinque anime della governance (cittadini attivi, istituzioni, imprese, società civile organizzata, istituzioni). I primi cantieri sperimentali di LabGov includono l’esperienza di Collaborare è Bologna, “iniziative collaborative” in campo economico, del lavoro, della cultura e della scuola, e di CO-Mantova, un progetto di governance locale per rilanciare l’economia a partire dalla cultura e dalla conoscenza.

Il Gruppo G124 è un progetto ideato dall’architetto e Senatore a vita Renzo Piano. Un gruppo di lavoro, formato da giovani architetti e seguito da tutor, nato per comprendere e dare risposte concrete ai problemi giunti sino ai giorni nostri, ponendo particolare attenzione alla tematica delle periferie, “le città del domani”.
Da questa esperienza nasce INSITI_opportunità urbane, un team di progetto autonomo che opera nel campo della rigenerazione urbana e nel disegno delle politiche di sviluppo del territorio.

Il Metodo CO
Il CO, derivato del cum latino, è la radice del fare insieme che ritroviamo nei concetti di condivisione, collaborazione, comunicazione, beni comuni e comunità. Lo scopo è creare un percorso di lavoro condiviso per prendersi cura dei beni comuni locali, utilizzando le tecniche di co-progettazione, per mettere a disposizione della comunità tempo, risorse, idee e competenze.
La prima sperimentazione di questo metodo di lavoro è avvenuta a Mantova. Per generare uno sviluppo economico locale a partire dai beni comuni, il Tavolo della Cooperazione, istituito presso la Camera di Commercio di Mantova, ha innescato un processo che ha dato vita a CO-Mantova, un “prototipo istituzionale”, un nuovo soggetto collettivo che si inserisce nel tessuto sociale, istituzionale e imprenditoriale della città. All’interno del laboratorio “Imprese per i beni comuni” e del successivo “Governance Camp” è stato sviluppato il prototipo CO, un modello che, nel rispetto dell’identità e della vocazione del luogo, può essere applicato ed esportato in altre città per dar vita ad un circuito nazionale ed internazionale di co-città o città collaborative.
I 20 punti per la riqualificazione
Di seguito, i 20 punti per la riqualificazione, scritti dall’architetto e senatore a vita Renzo Piano, che schematizzano il lavoro che il Gruppo G124 ha affrontato e tutt’ora affronta sul rammendo delle periferie.
Punto 1
La crescita della città per implosione e non per esplosione. Basta alla crescita ormai insostenibile a “macchia d’olio”.
Punto 2
Greenbelt: difesa del suolo agricolo attorno alla città.
Punto 3
Greenbelt: difesa dei valori paesaggistici attorno alla città.
Punto 4
Costruire sul costruito con un’opera di rammendo delle periferie.
Punto 5
Trasformare i brownfield in greenfield. (e non l’opposto come si è fatto fino ad oggi).
Punto 6
Trasformazione delle aree dismesse (industriali, ferroviarie, militari).
Punto 7
Le aree costruite (abusivamente!) in zone a rischio.
Punto 8
Trasporto pubblico nel rapporto centro/periferia/periferie: smettere di costruire parcheggi, favorire un uso dell’automobile intelligente attraverso i sistemi di car sharing e rendere sostenibile il trasporto pubblico.
Punto 9
Consolidamento strutturale degli edifici a partire da quelli pubblici, come le scuole: sono 60mila le scuole a rischio sparse per l’Italia.
Punto 10
Adeguamento energetico: si potrebbero ridurre in pochi anni i consumi energetici degli edifici del 70-80 per cento.
Punto 11
L’autocostruzione. Promuovere cantieri leggeri e forme cooperative per il rammendo degli edifici.
Punto 12
Il cambiamento delle periferie non può essere imposto dall’alto ma occorre prevedere processi partecipativi degli interessati.
Punto 13
L’identità delle periferie: così spesso trascurate, dimenticate, trasformate in luoghi senza nessuna identità. In una stessa città ci sono periferie con identità differenti tra loro.
Punto 14
Le procedure da seguire per la riuscita del progetto: l’attività di pianificazione.
Punto 15
Il verde urbano dentro la cintura come verde agricolo/orti urbani.
Punto 16
Il verde urbano dentro la cintura come sorgente di bellezza e di migliori condizioni climatiche.
Punto 17
La microimpresa, i finanziamenti pubblici diffusi ed il regime fiscale dei progetti di rammendo.
Punto 18
I finanziamenti Europei a cui non si accede per ignavia.
Punto 19
I luoghi iconici della città, luoghi dell’urbanità: piazze, strade, ponti, parchi, fiumi che mancano nelle periferie.
Punto 20
Gli edifici iconici che fecondano la città, ma di rado le periferie. Scuole, università, musei, spazi musicali, biblioteche, ospedali, municipi, tribunali, carceri, etc.